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Il Doxxing: Cos’è, Perché è Pericoloso e Come Difendersi

Introduzione al doxxing

Il termine doxxing deriva dall’abbreviazione della parola inglese “documents” (dox), ed è utilizzato per indicare la pratica di raccogliere e diffondere online informazioni personali di un individuo, spesso senza il suo consenso e con intenti malevoli. In un’epoca in cui la privacy digitale è sempre più a rischio, il doxxing rappresenta una delle minacce più subdole e invasive della rete.

Nel presente articolo, approfondiremo cos’è il doxxing, quali sono le sue origini, perché rappresenta un pericolo concreto per la sicurezza degli utenti, e soprattutto come proteggersi efficacemente da questo fenomeno.


Storia e origine del termine

Il concetto di doxxing non è nuovo. Le sue origini risalgono agli anni ’90, nel contesto delle guerre tra hacker e comunità online. Era una forma di ritorsione o vendetta: divulgare l’identità di un utente rimasto anonimo, rendendolo vulnerabile a molestie, minacce o peggio ancora, violenze nel mondo reale.

Con l’evoluzione dei social network e la digitalizzazione della vita quotidiana, il fenomeno ha assunto dimensioni molto più gravi, con impatti diretti sulla reputazione, la sicurezza e la salute mentale delle vittime.


Esempi reali di doxxing

Casi noti internazionali

Un esempio eclatante è quello di celebrity doxxing, dove figure pubbliche sono state vittime di diffusione di indirizzi, numeri di telefono, conti bancari o fotografie private. Alcune vittime famose includono attrici, giornalisti e attivisti, come accaduto nel caso del leak chiamato “Celebgate”.

Nel mondo della politica, anche funzionari governativi sono stati vittime di doxxing, come documentato da Wired in numerosi report sugli attacchi informatici contro i membri del Congresso USA.

Casi italiani

Anche in Italia si sono verificati casi noti di doxxing. Alcuni giornalisti d’inchiesta o attivisti politici sono stati presi di mira da gruppi organizzati. In alcuni casi, le vittime hanno ricevuto minacce fisiche, hanno dovuto cambiare domicilio o essere messe sotto protezione. Il sito Cybersecurity360 riporta esempi documentati di casi avvenuti nel contesto europeo e italiano.


Tipologie di dati diffusi durante un doxxing

Il doxxing può includere la diffusione di:

  • Nome e cognome completi
  • Indirizzi di residenza
  • Numeri di telefono personali
  • E-mail private e lavorative
  • Documenti di identità (carta d’identità, patente, ecc.)
  • Informazioni bancarie
  • Cronologia lavorativa
  • Foto di famiglia o contenuti intimi

Anche i dati raccolti dai social media, come i post pubblicati, i “mi piace” o gli amici, possono essere utilizzati per profilare e colpire la vittima.


Finalità del doxxing

Il doxxing non è solo una “goliardata”, ma spesso ha scopi gravissimi, come:

  • Vendetta personale o “punizione pubblica”
  • Intimidazione e minaccia, specialmente contro attivisti o giornalisti
  • Estorsione o ricatto
  • Harassment coordinato, con l’invio di minacce da parte di più utenti
  • Swatting, una pericolosa pratica in cui vengono allertate forze dell’ordine con false segnalazioni di emergenza

Alcuni individui praticano doxxing per ideologia politica o come “giustizia fai-da-te”, scavalcando le autorità legali.


Differenza tra doxxing e hacking

Sebbene spesso confusi, doxxing e hacking sono pratiche diverse:

  • Hacking implica forzare l’accesso a sistemi o reti
  • Doxxing consiste nell’usare dati già pubblici o semi-pubblici (spesso raccolti con metodi OSINT, Open Source Intelligence)

Un attacco di doxxing può avvenire senza nessuna violazione tecnica, ma solo con una ricerca mirata su Google, forum, database pubblici, social media o archivi compromessi (come Have I Been Pwned).


Le piattaforme più vulnerabili al doxxing

Le principali fonti da cui i doxxer attingono sono:

  • Facebook e Instagram: foto geolocalizzate, contatti, parenti
  • Twitter/X: opinioni politiche, nickname riconoscibili
  • LinkedIn: informazioni lavorative, carriera, studi
  • Forum pubblici o blog: dove molti utenti scrivono usando lo stesso pseudonimo

Un sito utile per comprendere la vulnerabilità dei dati è DataBreachToday, che elenca quotidianamente i database compromessi.


Conseguenze psicologiche del doxxing

Il doxxing può avere effetti devastanti:

  • Ansia costante e stress
  • Disturbi del sonno
  • Perdita di lavoro o danni professionali
  • Isolamento sociale
  • Depressione e disturbi dell’umore
  • In casi estremi, anche suicidio

Un’analisi pubblicata da Psychology Today descrive in dettaglio come il trauma da doxxing abbia analogie con il disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

DOXXING: COME DIFENDERSI
DOXXING: COME DIFENDERSI

Come proteggersi dal doxxing

Controllo della privacy online

  • Impostazioni di privacy sui social: verifica sempre chi può vedere i tuoi post
  • Evita di pubblicare dati identificativi: indirizzo, luogo di lavoro, routine giornaliera
  • Usa pseudonimi diversi per ogni sito o forum

Protezione dei dispositivi

  • Utilizza una VPN per nascondere il tuo indirizzo IP
  • Aggiorna regolarmente il software e usa password forti
  • Attiva l’autenticazione a due fattori per ogni servizio importante

Monitoraggio dei tuoi dati


Cosa fare se si è vittima di doxxing

1. Documentare tutto

  • Fai screenshot di ogni contenuto diffamatorio
  • Salva i link, le date e gli utenti coinvolti

2. Segnalare alle piattaforme

  • YouTube, Facebook, Reddit, X (Twitter) e TikTok hanno form dedicati per segnalare la diffusione di dati personali

3. Denunciare alle autorità

In Italia, il doxxing può rientrare nei reati di:

  • Trattamento illecito di dati (art. 167 D.Lgs. 196/2003)
  • Minaccia (art. 612 c.p.)
  • Molestia o disturbo (art. 660 c.p.)

Rivolgersi alla Polizia Postale è il primo passo da fare: https://www.commissariatodips.it/


Aspetti legali: la normativa italiana

La legge italiana non menziona esplicitamente il termine “doxxing”, ma protegge i cittadini attraverso vari strumenti legislativi:

  • Regolamento Europeo GDPR: tutela i dati personali e il diritto all’oblio
  • Codice Penale: prevede sanzioni per minacce, stalking, diffamazione, violazione della corrispondenza
  • Legge n. 71/2017 contro il cyberbullismo: applicabile anche ai casi di doxxing

Inoltre, l’AGID e il Garante per la Protezione dei Dati Personali hanno pubblicato linee guida che si possono consultare su https://www.garanteprivacy.it/.


Doxxing e cultura online: tra giustizia e vendetta

Alcuni giustificano il doxxing come strumento per “smascherare” truffatori, molestatori o criminali. Tuttavia, affidarsi al web per fare giustizia rischia di generare effetti collaterali devastanti e ingiustificati, soprattutto se colpisce persone innocenti o semplicemente in disaccordo su temi politici o sociali.

Molti utenti che credono di agire per una “buona causa” si trasformano inconsapevolmente in molestatori digitali, contribuendo a un sistema in cui nessuno è al sicuro.



Conclusione

Il doxxing è un pericolo reale che può colpire chiunque. Basta un commento sbagliato, un’opinione scomoda o un legame con un gruppo controverso per finire nel mirino di chi vuole farti del male. Per questo è essenziale imparare a difendere la propria identità digitale, essere cauti nella condivisione dei dati e denunciare ogni violazione alle autorità competenti.

Il web è una risorsa immensa, ma la libertà di espressione non può esistere senza una protezione adeguata della propria persona. Informarsi è il primo passo per tutelarsi.

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